Secondo ASSOCARTA il settore cartario sembra essere uno di quelli più colpiti a seguito della pandemia Covid-19. ASSOCARTA lamenta rincari nel mercato della carta da riciclare utilizzate soprattutto per la produzione di carte per l’imballaggio. I prezzi sarebbero aumentati di una percentuale tra il 50% e il 70% nel mese di marzo su fine 2020, addirittura del 150% e 170% rispetto alle quotazioni dei primi mesi del 2020.
Dai 90 euro di dicembre ai 140 di marzo per la carta riciclata e dai 110 euro di dicembre ai 170 di marzo, per il cartone da imballaggio. Una corsa destinata a non fermarsi. Si ritiene che la causa sia da individuarsi nell’export (soprattutto extra-europeo) che sottrae materia proveniente da riciclo alla filiera italiana. Anche sul fronte delle materie prime vergini si sono avuti rialzi provocati dalla domanda dei grandi colossi asiatici.
A questo deve aggiungersi che, parallelamente, sono aumentati anche i costi della cellulosa. La cellulosa a fibra corta, importata quasi totalmente da sud America, è utilizzata per la realizzazione di carte per usi igienico-sanitari. Quella a fibra lunga, importata da nord Europa e nord America, viene prevalentemente impiegata nella produzione di carte grafiche. I costi di entrambe sono in aumento del 25% circa rispetto a dicembre 2020, a causa di un mercato internazionale in continua tensione (esistono divari di prezzo tra Europa e altre aree) oltre a problemi di disponibilità e di costi del sistema logistico globale.
Non ultimo, ASSOCARTA lamenta anche l’aumento del costo del gas, la principale fonte energetica utilizzata dal comparto cartario (+54% su base annua).
Fonte: Intervista ad Assocarta da parte di agenzianewsnews.com